La misurazione dell’affidabilità in situazioni di sondaggio è più difficile e meno facile da eseguire rispetto agli studi osservazionali.
Mentre è possibile osservare più volte una certa azione, di solito è possibile ripetere un sondaggio solo una volta. Questo porta al metodo test-retest, che confronta due test per capire quanto siano affidabili. Il metodo consiste nel somministrare il test allo stesso gruppo di individui in due occasioni diverse.
Poi si determina un coefficiente di test-retest a volte chiamato coefficiente di stabilità. Il coefficiente di affidabilità, in questo caso, è semplicemente il coefficiente di correlazione prodotto-momento di Pearson tra i punteggi ottenuti dalle stesse persone nelle due somministrazioni del test.
Il metodo è illustrato da un esempio qui sotto.
Esempio di metodo test-retest
Considerate un gruppo di adolescenti ai quali è stato chiesto di nominare alcuni metodi contraccettivi in un dato momento. Le risposte riportate sono state registrate con i numeri 0, 1, 2, ecc.
In un secondo momento, allo stesso gruppo sono state poste le stesse domande, e le loro risposte sono state registrate esattamente nello stesso modo.
Il coefficiente di correlazione calcolato da queste due serie di punteggi ci fornisce una misura della stabilità. Il coefficiente di correlazione prodotto-momento è calcolato come segue:
Con 8 df, il Pearson r è significativo a .05 (un valore di tabella di .632 è richiesto per r essere significativo). Così, l’affidabilità è stabilita a .745, un valore accettabile per questo tipo di test.
Il principale svantaggio di questo metodo è che se il retest è dato troppo velocemente, il primo test sensibilizza gli intervistati all’argomento, e come risultato, l’intervistato ricorderà le risposte già date e le ripeterà.
Questo porta a indicatori di affidabilità distorti nella direzione verso l’alto.
In secondo luogo, le opinioni possono cambiare da influenze situazionali prima del retest. In questi casi, c’è una distorsione verso il basso nei punteggi di stabilità.
Questo implica che più lungo è l’intervallo di tempo tra due somministrazioni successive, più basso è il coefficiente di correlazione che indica scarsa affidabilità.