Dimenidrinato

Dimenidrinato è usato ricreativamente come un deliriante. I termini gergali per la Dramamina usati in questo modo includono “drama”, “dime”, “dime tabs”, “D-Q”, “substance D”, “d-house”, e “drams”. L’abuso di Dramamina viene talvolta definito “drammatizzazione” o “andare a dieci centesimi”, un riferimento alla quantità di compresse di Dramamina generalmente necessarie per un viaggio.

Molti utenti riportano un profilo di effetti collaterali coerente con l’avvelenamento da alcaloidi tropanici (ad esempio l’atropina) in quanto entrambi mostrano un antagonismo dei recettori muscarinici dell’acetilcolina sia nel sistema nervoso centrale che autonomo, che inibisce varie vie di trasduzione del segnale. Nel SNC, la difenidramina attraversa prontamente la barriera emato-encefalica, esercitando effetti nella corteccia visiva e uditiva.

Altri effetti nel SNC si verificano nel sistema limbico e nell’ippocampo, causando confusione e amnesia temporanea a causa della diminuzione della segnalazione di acetilcolina. La tossicologia si manifesta anche nel sistema nervoso autonomo, principalmente alla giunzione neuromuscolare, con conseguente atassia ed effetti collaterali extrapiramidali e la sensazione di pesantezza alle gambe, e alle giunzioni simpatiche post-gangliari, causando ritenzione urinaria, dilatazione della pupilla, tachicardia, minzione irregolare, e pelle rossa secca causata dalla diminuzione delle secrezioni delle ghiandole esocrine, e le membrane mucose. Un notevole sovradosaggio può portare a infarto miocardico (attacco cardiaco), gravi aritmie ventricolari, coma e morte. Si pensa che un tale profilo di effetti collaterali dia agli antistaminici di classe etanolamina una responsabilità di abuso relativamente bassa. L’antidoto specifico per l’avvelenamento da dimenidrinato è la fisostigmina, solitamente somministrata per via endovenosa in ospedale.

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