Esplorare nuovi trattamenti per le malattie autoimmuni

Nel progetto sclerodermia, Khanna testerà il farmaco elotuzumab, già approvato dalla U.S. Food and Drug Administration per il trattamento del mieloma multiplo, come potenziale trattamento per i pazienti con sclerodermia.

“Il disegno del trial recluterà pazienti con sclerodermia precoce che hanno livelli elevati di linfociti anormali, cellule T citotossiche CD4+, nel sangue”, dice Khanna. “Il progetto sarà una prova di sicurezza, e speriamo che possa aprire una nuova opzione di trattamento per i pazienti affetti da sclerodermia, una malattia senza terapie approvate dalla FDA.”

Nel progetto lupus, Kahlenberg, professore associato di reumatologia, testerà il farmaco, tofacitinib, attualmente approvato per trattare l’artrite reumatoide e psoriatica, nel lupus cutaneo.

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Il lupus è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario del corpo attacca i propri tessuti e organi. Le persone colpite sperimentano l’infiammazione in tutto il corpo, così come la fatica.

Ha precedentemente studiato una proteina di segnalazione legata alla sensibilità alla luce UV nei pazienti con lupus. Questo progetto si baserà su quel lavoro e fornirà ulteriori prove che il blocco del percorso della proteina può fornire protezione dai raggi UV. Kahlenberg studierà anche il ruolo del tofacitinib nella segnalazione della proteina.

“Speriamo di fornire terapie più mirate e meno tossiche per i nostri pazienti di lupus”, dice.

Nel progetto finale, Fox esplorerà nuovi obiettivi molecolari in una serie di malattie autoimmuni, tra cui l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla, il lupus, la sclerodermia e le malattie autoimmuni degli occhi.

“Questo progetto sarà un’opportunità per prendere nuove scoperte relative all’artrite reumatoide e applicare questi progressi allo studio di molte altre malattie autoimmuni che colpiscono più organi e tessuti nei nostri pazienti, con l’obiettivo finale di un trattamento più sicuro ed efficace”, dice Fox.

Risultati futuri

I ricercatori sono entusiasti che i progetti vengano avviati e sperano di avere risultati nei prossimi tre-cinque anni.

“Stiamo costantemente esplorando nuove opzioni di trattamento per i nostri pazienti con malattie autoimmuni”, dice Khanna.

“Le sovvenzioni, come questa, ci aiutano a prendere il nostro lavoro dal laboratorio e tradurlo in benefici tangibili per i pazienti che vediamo ogni giorno in clinica.”

Questo lavoro sarà eseguito sotto l’Università del Michigan Clinical Autoimmunity Center of Excellence, sovvenzione numero AWD012101, finanziato dal NIH-NIAID.

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