Il controllo mentale da cervello a cervello è possibile?

Mi senti – piselli o patatine per cena? bbaltimore

I titoli

The Independent: Prima interfaccia umana cervello-a-cervello testata con successo

BBC News: Siamo vicini a rendere il ‘controllo mentale’ umano una realtà?

Visual News: Il controllo mentale è ora una realtà: Ricercatore UW controlla un amico tramite una connessione Internet

La storia

Utilizzando Internet, un ricercatore controlla a distanza il dito di un altro, usandolo per giocare a un semplice videogioco.

Cosa hanno fatto in realtà

Il ricercatore dell’Università di Washington Rajesh Rao guarda un videogioco molto semplice, che prevedeva di sparare con un cannone ai razzi in arrivo (ed evitare di sparare agli aerei di rifornimento in arrivo). I segnali elettrici del suo cuoio capelluto sono stati registrati con una tecnologia chiamata EEG ed elaborati da un computer. Il segnale risultante è stato inviato via internet, e attraverso il campus, a un laboratorio dove un altro ricercatore, Andrea Stocco, guarda lo stesso videogioco con il dito sul pulsante “fuoco”.

A differenza di Rao, Stocco indossa una bobina magnetica sulla testa. Questa è progettata per invocare l’attività elettrica, non per registrarla. Quando Rao immagina di premere il pulsante di fuoco, la bobina attiva l’area del cervello di Stocco che fa muovere il suo dito, sparando così il cannone e completando una sorprendente dimostrazione di controllo mentale “da cervello a cervello” su internet.

Puoi leggere ulteriori dettagli nel comunicato stampa dell’Università di Washington o sul sito web “brain2brain” dove è pubblicato questo lavoro.

Quanto è plausibile?

La registrazione EEG è una tecnologia molto ben consolidata, e sfrutta il fatto che le cellule del nostro cervello funzionano facendo passare segnali elettrochimici che possono essere letti dalla superficie del cuoio capelluto con semplici elettrodi. Sfortunatamente, i dettagli intricati dell’attività cerebrale tendono ad essere smorzati dal cuoio capelluto e dal fatto che si sta registrando in un punto specifico nello spazio, quindi la forza della tecnologia è più nel dirci che l’attività cerebrale è cambiata, piuttosto che nel dire come o esattamente dove l’attività cerebrale è cambiata.

La bobina magnetica che ha fatto contrarre il dito del ricevitore è anche ben consolidata, e conosciuta nel settore come stimolazione magnetica transcranica (TMS). Un campo magnetico alternato viene utilizzato per alterare l’attività cerebrale sotto la bobina. Ne ho già scritto qui.

L’effetto è relativamente rozzo. Non si può far suonare il violino a qualcuno, per esempio, ma attivando la corteccia motoria nella regione giusta si può generare una contrazione delle dita. Quindi, in sintesi, la storia è molto plausibile. I ricercatori sono ben rispettati in questo settore e aperti sui limiti della loro ricerca. Anche se l’esperimento non è stato pubblicato in una rivista peer-reviewed, abbiamo tutte le ragioni per credere a ciò che ci viene detto qui.

Presa di Tom

Questo è un meraviglioso pezzo di ricerca “proof of concept”, che è completamente plausibile data la tecnologia esistente, ma tuttavia accenna alle possibilità che potrebbero presto diventare disponibili.

La vera magia è nell’elaborazione del segnale fatta. La vertiginosa complessità dell’attività cerebrale è compressa in un segnale EEG che è ancora molto complesso, e piuttosto opaco per quanto riguarda il suo significato – difficilmente la lettura della mente.

Il team di ricerca è poi riuscito a trovare un cambiamento affidabile nel segnale EEG che riflette quando Rao stava pensando di premere il pulsante di fuoco. Il segnale – solo un semplice “vai”, per quanto posso dire – è stato poi inviato su internet. Questo segnale “go” ha poi innescato la TMS, che è accesa o spenta.

In termini di informazione, questo è vicino al più semplice possibile. Anche produrre un segnale che dicesse a cosa sparare, così come quando sparare, sarebbe un cambio di passo nella complessità e non è stato tentato dal gruppo. La TMS è un dispositivo piuttosto rozzo. Anche se il segnale ricevuto dal dispositivo fosse più complesso, non sarebbe in grado di farvi eseguire movimenti complessi e fluidi, come quelli necessari per seguire un oggetto in movimento, legare i lacci delle scarpe o pizzicare una chitarra. Ma questo è un vero esempio di comunicazione da cervello a cervello.

Come il campo si sviluppa la cosa da guardare non è se questo tipo di comunicazione può essere fatto (avremmo previsto che potrebbe essere), ma esattamente quante informazioni sono contenute nella comunicazione.

Una morale simile vale per i rapporti che i ricercatori possono leggere i pensieri dalle scansioni del cervello. Questo è vero, ma fuorviante. Molte persone immaginano che tale lettura del pensiero dia ai ricercatori una lettura in pieno technicolor mentalese, qualcosa come “vorrei dei piselli per cena”. La realtà è che questi esperimenti permettono ai ricercatori di indovinare cosa state pensando, basandosi sul fatto che hanno già specificato un insieme molto limitato di cose a cui potete pensare (per esempio piselli o patatine, e nessun’altra opzione).

I veri progressi su questo fronte arriveranno quando identificheremo con sempre maggiore precisione le aree del cervello che sono alla base di comportamenti complessi. Armati di questa conoscenza, i ricercatori di interfacce cerebrali saranno in grado di utilizzare segnali semplici per generare risposte complesse mirando a circuiti specifici.

Il rapporto di ricerca originale: Direct Brain-to-Brain Communication in Humans: A Pilot Study

Precedentemente a The Conversation, un’altra rubrica sulla TMS: Does brain stimulation make you better at maths?

Pensare alle interfacce cerebrali è aiutato da un po’ di teoria dell’informazione. Per leggere un po’ di più su quel campo consiglio il libro di James Gleik L’informazione: Una storia, una teoria, un diluvio

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