Condanna; Condanna

CONDANNA; CONDANNA

kon-dem’, kon-dem-na’-shun:

1. Nell’Antico Testamento:

(1) Lo stemma causativo di rasha` “dichiarare (o rendere) sbagliato”, “condannare”, sia nelle relazioni civili, etiche o religiose. Presa in questo senso la parola non ha bisogno di commenti (Esodo 22:9; Deuteronomio 25:1; Giobbe 40:8); “Chi dunque può condannare? (Giobbe 34:29, la King James Version “fare guai”).

(2) `anash, “multare”. “Condannò la terra” (2 Cronache 36:3 la King James Version; la King James Version margin “multare”; la Revised Version (britannica e americana) “amerced”; la American Standard Revised Version “multato”); “vino dei condannati” (Amos 2:8; la Revised Version (britannica e americana) “multato” (ingiustamente)).

(3) Il participio attivo di shaphaT, “giudicare”. “Da quelli che condannano la sua anima” (Salmi 109:31 la King James Version; la Revised Version (inglese e americana) “che giudicano la sua anima”).

2. Nel Nuovo Testamento:

L’uso del Nuovo Testamento è molto più complicato, sia per il maggior numero di parole greche rese “condannare” e “condanna”, sia perché la King James Version traduce la stessa parola in diversi modi, apparentemente senza alcuna regola.

(1) La parola più importante è krino, “giudicare”. La versione riveduta (inglese e americana) ha rigidamente escluso le parole dure “damn” e “damnation”, sostituendole con “judge”, “condemn”, “judgment”, “condemnation”. Questo è appropriato, poiché la parola damn (latino, damnare, “infliggere una perdita” a una persona, “condannare”), e i suoi derivati hanno, nel corso del tempo, subito una degradazione, così che nell’inglese moderno si riferisce solitamente alla punizione eterna. Questa applicazione speciale della parola per alcuni secoli è andata di pari passo con il significato originale, ma anche nella versione di Wycliffe la parola “damn” è solitamente impiegata nel senso di condannare, come in Giobbe 9:20, “La mia bocca mi smorzerà”. È persino applicata alla condanna di Gesù da parte dei capi dei sacerdoti e degli scribi (Marco 10:33). Questa degenerazione della parola è forse dovuta, come dice il vescovo Sanderson, “non tanto alle buone azioni quanto alle cattive maniere”. Krino è reso uniformemente “giudice” dalla versione riveduta (britannica e americana), anche dove il contesto obbliga a pensare alla condanna (Giovanni 3:17,18; 12:47; Atti 7:7; “potrebbe essere dannato”, 2 Tessalonicesi 2:12; Romani 14:22; Giacomo 5:9).

(2) Il senso più specifico di condannare, tuttavia, si trova in katakrino, “giudicare uno giù” (Matteo 12:41,42; Marco 14:64):

“è dannato se mangia” (Romani 14:23; 1 Corinzi 11:32 la King James Version; la Revised Version (inglese e americana) “condannato”). Vedi anche Marco 16:16; 2 Pietro 2:6.

(3) Per “condanna” c’è il sostantivo krima, o krima (per l’accento vedi Thayer’s Lexicon), in senso forense, “la sentenza del giudice” (Luca 23:40; Matteo 23:14, omesso nella Revised Version (inglese e americana); “condanna del diavolo” 1 Timoteo 3:6; 5:12; Giuda 1:4).

(4) Molto più forte è katakrima, “condanna” (Romani 5:16,18; 8:1) con riferimento al giudizio divino contro il peccato.

(5) krisis, “il processo del giudizio”, “tribunale” (Giovanni 3:19; 5:24), con riferimento al “giudizio portato dagli uomini su se stessi a causa del loro rifiuto di Cristo.”

(6) Una parola più forte è l’aggettivo autokatakritos, “autocondannato” (Tito 3:11; confrontare 1 Giovanni 3:20,21).

G. H. Trever

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